Effetto Farfalla incontra il mito del motociclismo italiano:
Giacomo Agostini
Se doveste immaginare il più grande campione di
motociclismo di ogni tempo nella sua vita privata, lontano dai riflettori, dai
circuiti, come lo vedreste? Effetto
Farfalla ha incontrato Giacomo Agostini nella sua casa a Bergamo per girare
una lunga intervista in inglese per una marca di abbigliamento da moto, con
sede a Los Angeles, California. Il
primo incontro con il grande Agostini è stato fuori dal cancello della sua
bellissima abitazione. Ci siamo incrociati mentre usciva a bordo ovviamente di
un mezzo a due ruote. Forse una mitica Mv Agusta? O magari una Yamaha? Nessuna
delle due, era in sella ad uno scooter Piaggio 150 con il parabrezza. Quando
hai il piacere e l’onore di conoscere Giacomo Agostini, ti rendi conto di
essere davanti ad un vero signore di altri tempi. Entrato nella sua villa, mi
ha portato nei suoi garage dove, celate da teli di seta, custodisce le sue
moto. Veri gioielli a due ruote che ricordano le sue vittorie ed i suoi titoli
iridati. Teche di vetro raccolgono i suoi tanti trofei e riconoscimenti. Ci
sono le sue tute ed i suoi caschi che raccontano delle sue imprese storiche.
Con una grandissima umiltà comincia a parlarmi delle sue vittorie, partendo da
una foto attaccata alla parete di uno dei suoi garage. Io sono lì per vedere la mitica MV
Agusta numero 1. Ago la scopre ed eccola, lucida come prima di un gran premio.
Sembra di tornare indietro di quarant’anni. La porta fuori e la posiziona in
giardino. Il tempo di preparare le telecamere e microfonare Giacomo che,
appoggiandosi alla sua moto con quella confidenza che si ha con una vecchia
amica, comincia a raccontare delle sue vittorie e di come si correva una volta.
Lui era un pilota vero.
All’epoca”. non esisteva l’elettronica, ma soltanto il
cuore ed il coraggio di rischiare la vita ad ogni corsa. La sicurezza era
inesistente, gli incidenti erano tanti come purtroppo tante sono state le
morti. Lui diceva di non avere paura, in gara bisognava pensare solo a correre
e a dare il massimo, la paura non doveva esistere. Durante le riprese ci raggiunge con fare discreto sua
moglie: una donna molto affascinante, dai modi gentili. Io indosso la maglietta
di Effetto Farfalla con scritto
“Missione Namibia” e, al termine del lavoro, mi chiede cosa sia questo
progetto. Le spiego brevemente che ho girato un documentario e che presto
questo diventerà il traino per poter condividere le mie esperienze avventurose
in Africa. Chi lo sa… magari verranno anche i coniugi Agostini ad ascoltarmi.
Mi congedo da Giacomo, stringendogli la mano. Oggi il mio lavoro mi ha regalato
un’emozione grandissima che difficilmente potrò scordare. Ma la giornata non è
finita, bisogna correre a Varese. Mi aspetta un altro appuntamento cui non
posso mancare: la visita alla MV Agusta dove moto – opere d’arte prendono vita
per pochi fortunati acquirenti.
La fabbrica si trova a pochi metri dal lago di
Varese. Entro subito nel reparto della linea produttiva, ho un’oretta per poter
filmare i meccanici intenti ad assemblare le moto. Mi colpisce subito l’estremo
ordine ed il pavimento è lucido senza nemmeno una piccola traccia d’olio. Sulla
linea di produzione, i telai vengono arricchiti da tutti i componenti fino a
diventare, al temine del percorso delle moto pronte per essere accese, per la prima volta. Ognuna è
diversa dalle altre. Alcune sono veri e propri prototipi costruiti per
facoltosi clienti, come la MV Agusta Zagato.
In molti pensano che questa moto
non esista se non su fantomatici progetti.Io l’ho vista con i miei occhi e l’ho
ripresa con le mie telecamere.
Qui
alla Mv Agusta, quello che per tutti gli altri è il mito assoluto della due
ruote, Giacomo Agostini è semplicemente “il nonno”, senza dimenticare che è
grazie a lui che questo grande marchio ha raggiunto la fama planetaria che ha.