venerdì 15 gennaio 2016

              EFFETTO FARFALLA VOLA AL PITTI IMMAGINE UOMO 2016

VIETATO “NON TOCCARE”: è questa la parola d’ordine se si vogliono sentire - prima sulle proprie dita e poi sul resto del corpo – le proposte per il prossimo autunno/inverno del “Pitti Immagine Uomo 89”. E, nell’edizione 2016, quella sensazione di sartorialità e di amore per le contaminazioni passa attraverso la trama di ogni tessuto e materiale. Effetto Farfalla non poteva mancare ad un appuntamento dove le parole evergreen e nuove tendenze si incrociano e viaggiano insieme, trovando continue ispirazioni negli stili di ieri, di oggi e del futuro. E così, macchina fotografica al collo, abbiamo lasciato a casa le scarpe comode e indossato – per l’occasione più glamour di inizio anno -  un elegante tacco 12 che, dopo un’intera giornata negli spazi della Fortezza da Basso di Firenze, abbiamo riposto con cura nella scarpiera per tornare, con immensa gioia, “raso terra”. Ma veniamo ai brand internazionali che ci hanno accompagnati in un viaggio che ha avuto come filo conduttore la ricerca di nuovi stili e nuovi modi di vivere: il Pitti Generation(s) – abbiamo letto nei vari comunicati stampa che ci hanno fornito – vuole raccontare con ironia e leggerezza un mondo dove l’età è sempre più uno stato mentale che anagrafico. E mentre passeggiavamo per i padiglioni – entrando nei più urban e alternativi per poi fermarci in quelli dal gusto più classico ma non per questo meno contemporanei – abbiamo respirato tutta la forza dell’industria della moda, che investe creatività e sapienza manifatturiera in prodotti dall’impronta unica, ma che non dimenticano di “vivere questo tempo” e sono attenti ai cambiamenti del mercato globale.
 


 E così se un marchio veneto come GAS presenta – all’ingresso dell’esposizione - un intramontabile esercito in jeans (con un omaggio alla recentissima scomparsa del cantante Dadiv Bowie), la raffinatezza umbra di Brunello Cucinelli offre ai suoi buyers una mini-sfilata all’interno del suo spazio espositivo, rivisitando “il lusso attraverso oggetti rurali”, dove gli accessori fanno la differenza e introducono in un racconto a contatto con i filati che hanno dato vita ai capi esposti. L’“arte della perfezione” si trova a casa Marol, che crea le sue camicie all’interno del laboratorio di Bologna, mentre l’“universo delle pochette” – ma anche dei foulard, delle cravatte, dei papillon - si chiama Fefè e affonda le sue radici a Napoli.


 


I nostri occhi non hanno potuto non notare l’estro di Gabriele Pasini: lo stilista originario di Ravenna, che “mette al centro” delle sue collezioni l’abito in tre pezzi, gioca con gli abbinamenti di colori, fantasie, tessuti, mentre “l’officina di stile” Cantarelli - fondata ad Arezzo - firma capispalla sartoriali conosciuti in tutto il mondo. Passo dopo passo, ci soffermiamo davanti al Boot Black – made in Japan -, che offre ai visitatori una dimostrazione in diretta della qualità dei propri prodotti per scarpe. Il Pitti – si sa – si rivolge alla sensibilità maschile, ma l’edizione 2016 ho fornito anche anticipazioni sulle tendenze al femminile. E guardate un po’ cosa ci ha regalato il padiglione degli artigiani emergenti? Un tuffo nella collezione dell’azienda perugina Baruffaldi, leader nella produzione degli occhiali da moto e da sci, indossati da grandi campioni. L’attenzione per il particolare si ritrova anche nei guanti da moto e nei caschi in fibra di vetro e vintage, con pellami speciali stampati a mano. Ce n’è davvero per tutti i gusti e noi abbiamo scelto di provarne uno sobrio… semplicemente tempestato di cristalli swarovsky!

Alessandra Dellacà


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